Cosa coltiviamo - Biodiversità
Noce
STORIA ED ETIMOLOGIA
Il noce da frutto (Detto anche “noce bianco”, “noce comune” o “noce reale” – Juglans regia – Famiglia Juglandaceae, probabilmente “Juglans” è un termine latino coniato in onore di Giove: “Jovis glans” cioè la “ghianda di Giove” poiché presso gli antichi Romani il noce era l’albero consacrato al re degli dei, mentre “regia”, che significa “regale”, rivela che l’albero fu introdotto in Occidente dai re di Persia), è il rappresentante del genere più conosciuto e più importante dal punto di vista economico, specialmente per la produzione del frutto (Seme), detto noce. Alcuni ritrovamenti di reperti archeologici indicano che i frutti del noce venivano utilizzati come alimento già 9000 anni fa, infatti, le prime testimonianze scritte risalgono a Columella, mentre Plinio il Vecchio nella sua pubblicazione “Naturalis historia” testimonia che l’importazione del noce in Europa dall’Asia minore fu ad opera dei coloni greci (VII – V sec. a.C.), mentre in America (XVII sec d.C.) dai coloni inglesi. Ci sono riscontri sulla presenza del noce già dall’era Terziaria in Europa, infatti, si ipotizza che a seguito delle glaciazioni, alcuni esemplari sono riusciti ad arrivare nel bacino del Mediterraneo, infatti l’areale del noce nell’età quaternaria si estendeva dalla penisola balcanica fino all’Asia centrale (Attualmente, il noce è una pianta introdotta in quasi tutte le regioni temperate, ma la sua diffusione originaria allo stato selvaggio è relativamente più limitata). Oggi sono ancora presenti dei boschi puri di noce in Kirghizistan (Catena montuosa Tien Shan).
DESCRIZIONE
Il noce è un albero vigoroso caducifoglie e latifoglie, caratterizzato da un tronco solido, alto, dritto e con un portamento maestoso e presenta radici robuste inizialmente fittonanti e a maturità espanse e molto superficiali. Può raggiungere i 30 metri di altezza ed è molto longevo (Esistono molti esemplari plurisecolari). Le foglie sono grandi e verde chiaro, composte e alterne. È una pianta monoica in cui i fiori maschili sono riuniti in amenti penduli, lunghi 10–15 centimetri, con numerosi stami, che appaiono sui rami dell’anno precedente prima della comparsa delle foglie. I fiori unisessuali femminili si schiudono da gemme miste dopo quelli maschili, solitari o riuniti in gruppi di 2-3, appaiono sui nuovi germogli dell’anno, contemporaneamente alle foglie. Il frutto è una drupa, composta dall’esocarpo (Mallo) carnoso, fibroso, annerisce a maturità e libera l’endocarpo legnoso, cioè il seme, la noce vera e propria, costituita da due valve che racchiudono il gheriglio con elevato contenuto in lipidi. La fioritura avviene ad aprile e la maturazione si ha a settembre-ottobre.
PROPRIETÀ ED UTILIZZI
Le proprietà delle noci sono numerose, essendo ricche di fosforo, potassio, magnesio, calcio, rame (Necessario per la sintesi dell’emoglobina e per gli ormoni), zinco (Un importante immunomodulatore) e ferro, oltre ad una buona quantità di acidi grassi omega 3, utili per tenere sotto controllo gli zuccheri e ottime per la salute del cuore, infatti, hanno una azione cardiotonica e sono un valido alleato terapeutico nelle condizioni di affaticamento mentale, oltre ad abbassare il colesterolo. La noce è propriamente un tonico del sistema nervoso e possiede proprietà antianemiche, antispastiche, sedative e antiinfiammatorie. La presenza del magnesio, che svolge un’azione antistress, antiinfiammatoria, antidolorifica, sedativa e antiedemigena. Il noce è largamente coltivato, oltre che per l’alimentazione, anche per i suoi molteplici usi, come la costruzione di mobili, essendo un legno duro, piacevolmente venato e dal colore caratteristico. Le noci fresche o secche possono essere consumate direttamente come frutta secca, oppure utilizzati in cucina per insaporire insalate, dolci ma anche per preparare delle confetture. Le noci entrano inoltre nella composizione di numerosi alimenti trasformati: pane, formaggio, miele, liquori, salse, etc. Inoltre, dalla noce si estrae anche, l’olio di noci, mentre il “Vino di noci”, così come il mallo di noce entra nella preparazione dei numerosi tipi di “Nocino”, bevuti in genere come digestivi. I gusci di noci possono essere utilizzati come combustibile, mentre le noci verdi raccolte nel mese di giugno servono a preparare le noci in salamoia.
COLTIVAZIONE
Il noce comune (Juglans regia) tollera bene suoli debolmente basici e calcarei, mentre il noce nero (Juglans nigra) necessita di terreni freschi e leggermente acidi. Il noce è un albero di facile coltivazione, ma il terreno su cui è coltivato dev’essere ricco di sostanza organica, con particolare attenzione all’apporto idrico nel mese di giugno, perché, in caso di mancanza d’acqua, i frutti risulteranno piccoli. L’acqua è fondamentale anche perché è il momento dell’induzione fiorale (I fiori dell’anno successivo). Siccità o gelate tardive compromettono il raccolto dell’anno successivo. Gli alberi coltivati cominciano a produrre al quinto-sesto anno, ed entrano in piena produzione dal 25º anno ai 70 anni. Dopo la raccolta, va immediatamente rimosso il mallo che ricopre il guscio legnoso e successivamente si fa asciugare per consentire la conservazione per lungo periodo. Attraverso le radici il noce produce lo “juglone” il quale, per allelopatia, risulta tossico per altre specie e non ne permette la crescita nei pressi della pianta.