Cosa coltiviamo - Biodiversità
Arancia
STORIA ED ETIMOLOGIA
L’arancio (Citrus sinensis) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rutacee, il cui frutto è l’arancia (Anche “arancio”, come l’albero), talora chiamata arancia dolce per distinguerla dall’arancia amara. È un antico ibrido, risultato di un incrocio di oltre 4000 anni fa tra il pomelo e il mandarino. Nella letteratura del secolo XIX a volte l’arancia viene chiamata “portogallo”. In greco l’arancio si chiama “portocáli”, in rumeno “portocală”, in albanese “portokall”, mentre ancora oggi in arabo la parola usata per indicare le arance è “burtuqāl” (Che indica specificatamente l’arancia dolce), che ha soppiantato del tutto la parola persiana “nāranğ” (Letteralmente frutto favorito degli elefanti, che specificatamente indicava l’arancia amara), da cui deriva “arancia” (“Naranja” in spagnolo, “narancs” in ungherese). In Basilicata e in Calabria (In alcune zone sono chiamati “portugalli”, così come nella Tuscia viterbese, che ne indica anche il mandarino e il pompelmo e altri agrumi affini), in parti della Campania, della Puglia (Nelle zone di Bari e Taranto sono chiamate “marànge”) e dell’Abruzzo le arance sono chiamate “purtualli” o “partajalli”, in Sicilia sono dette “partuàlli” o “arànciu”. In Piemonte sono detti “portugaj”, a Bergamo “portogàl”, a Lodi “purtügàl”, a Ferrara “portogàl”, a Parma “partugàl”. In Veneto l’arancia viene chiamata “naransa”, in Lombardia “narânz”, in Friuli “narant”. Originario della Cina e del sud est asiatico, questo frutto invernale sarebbe stato importato in Europa solo nel XV secolo da marinai portoghesi, mentre alcuni testi antico-romani ne parlano già nel I secolo. L’arancio veniva coltivato in Sicilia dove era chiamato “melarancia” (Da cui derivano le denominazioni attuali presenti in alcuni paesi come Slovenia, Repubblica Ceca e Serbia), il che potrebbe significare che il frutto avesse raggiunto l’Europa via terra. Probabilmente l’arancio giunse davvero in Europa per la “via della seta”, ma la coltivazione prese piede solo nella calda Sicilia, e solo dopo alcuni secoli venne riscoperto dai marinai portoghesi.
DESCRIZIONE
L’arancio è un albero dalle foglie allungate e carnose e dai fiori candidi. I germogli sono sempre verdi, mai rossastri. I frutti sono rotondi e sia la buccia sia la polpa sono del tipico colore arancione. La buccia è caratterizzata da una leggera ruvidezza. Il periodo di riposo dell’arancio è di soli tre mesi, per cui succede che l’albero fiorisca e fruttifichi contemporaneamente. L’arancio è l’agrume più diffuso nel mondo e se ne coltivano centinaia di varietà. Alcuni frutti sono a polpa bionda (Arance selvatiche o amare, varietà ovali dolci, varietà “Navel”, dall’inglese “Ombelico”, chiamate così per la presenza, appunto, dell’ombelico nella parte inferiore del frutto), altri a polpa rossa (Varietà moro, tarocco e sanguinello), sia per via dei pigmenti antocianici in essi contenuti (Principalmente nella Piana di Catania e zone limitrofe collinari per via della presenza di cenere vulcanica nel terreno), con buccia di colore rosso per via delle importanti escursioni termiche tra il dì e la notte, tipiche della zona, durante il periodo di maturazione.
PROPRIETÀ ED UTILIZZI
L’arancia è utile sia per la buccia (Ricchissima fonte di essenze), che per la parte interna. Inoltre i suoi fiori sono visitati dalle api, che ne raccolgono nettare, producendo un pregiato miele. L’olio essenziale dell’arancia dolce (“Essenza di Portogallo”) è un liquido che va dal giallo-arancione al rosso scuro, con odore della scorza fresca del frutto, viene usato nella produzione di liquori e per aromatizzare molti detersivi. L’essenza di zagara è ottenuta dai soli fiori dell’arancio amaro (La parola zagara deriva infatti dall’arabo “zahra”, che per l’appunto significa “fiore”). Le arance, oltre al consueto consumo fresco (Tendenzialmente le arance di dimensioni più grandi sono destinate al consumo fresco, mentre quelle più piccole sono ideali per le spremute, in quanto hanno la buccia più sottile e maggiore resa in succo), sono utilizzate in moltissime ricette, specialmente della tradizione siciliana, come, ad esempio, l’insalata d’arance, con cipolla, sale, olio E.V.O e peperoncino, oppure la scorza è spesso usata per insaporire le creme da dolce, grattugiandola, oppure si può anche candire, come talora insieme con la polpa tagliata a fettine, o per la realizzazione di ottime marmellate. I fiori d’arancio vengono utilizzati come composizioni floreali per decorazioni. Alcuni dei benefici dell’arancia sono la riduzionedel rischio cardiovascolare, prevengono i calcoli renali, favoriscono l’assorbimento del ferro dai vegetali, apportano numerosi antiossidanti, antinfiammatori e micronutrienti come minerali, vitamina C (Ricchissima), vitamina B1 e vitamina B9.
COLTIVAZIONE
L’arancio non ama i climi freddi, l’ideale sarebbe coltivarlo in zone con clima caldo caratterizzato da inverni miti. Già a 0°C la pianta mostra segni di sofferenza, ma riesce a tollerare abbastanza bene le basse temperature con buoni risultati. Anche il caldo eccessivo è nocivo, perché temperature oltre i 38 °C, soprattutto nelle prime fasi di crescita dei frutticini all’inizio dell’estate, possono causare l’arresto della crescita. Il terreno adatto in linea generale è piuttosto sciolto, ovvero sabbioso, anche di medio impasto, con PH subacido o leggermente acido, mentre i suoli argillosi e tendenti a compattarsi non sono positivi, perché per l’arancio il drenaggio dell’acqua è fondamentale. Negli agrumi gli impollinatori non sono necessari, mentre la forma di allevamento migliore è il globo libero, che è una forma simile al vaso. Gli agrumi, essendo alberi originari di zone piovose subtropicali e tropicali, sono specie da esigenze idriche elevate. Le fasi più critiche, sono quelle tra la fioritura e l’allegagione, in generale per tutta l’estate è bene tenere sempre d’occhio lo stato delle piante ed intervenire con una certa regolarità. Riguardo la concimazione, l’arancio è una specie produttiva, e dal momento che con la raccolta asportiamo molto, bisogna che sia garantito il ripristino dei nutrienti. Ogni anno, a fine inverno, quando gli agrumi sono nel periodo di massimo accumulo di sostanze di riserva nei rami, bisogna somministrare una buona concimazione organica, con una costante e buona concimazione naturale è fondamentale per prevenire l’alternanza di produzione, ovvero il fenomeno per cui si hanno annate con carica produttiva e annate scariche. Come per le altre specie da frutto, anche l’arancio soffre della competizione idrica dell’erba spontanea nelle prime fasi dall’impianto, e quindi trae beneficio dalla pacciamatura, pertanto, allo scopo vanno bene diversi tipi di materiale, meglio se quelli naturali come la paglia, da sistemare attorno alla pianta in uno strato circolare spesso e largo.